Mietitrici di Cascella su
ceramica artigianale abruzzese
Salve amici della ceramica!
Oggi ho intenzione di raccontarvi la vita e l’arte di uno degli artisti abruzzesi più famosi – Basilio Cascella e parlarvi soprattutto del progetto “Casa del Pane” per il quale sono state dipinte le Mietitrici. Vi racconto anche del perché il Laboratorio Liberati continua a omaggiare l’arte di Cascella riproducendo e interpretando le sue Mietitrici, in tal modo rendendole famose in tutto il mondo. Proprio per diffondere e far conoscere l’arte della ceramica italiana nel mondo, Ceramiche Liberati da alcuni mesi ha attivato un canale e-commerce online, dando la possibilità di acquistare la ceramica made in italy da ogni angoletto del mondo. Nella sezione dedicata alla categoria della ceramica tradizionale è possibile visionare le ceramiche con dipinte a mano le Mietitrici di Cascella disponibili per l’acquisto online.
Basilio Cascella nasce nel 1860 a Pescara, figlio di un sarto si rifiuta di proseguire il lavoro del padre e frequenta la scuola serale degli Artieri di Pescara per poi lavorare da apprendista nella tipografia Salomone. All’età di 15 anni si trasferisce a Roma dove si dedica alla litografia. Dopo un breve periodo romano si stabilisce a Napoli, nel 1879, dove si avvicina al mondo dell’arte e in tale occasione conosce diversi artisti contemporanei come Michetti e Morelli.
La sua vita artistica prosegue nel campo della pittura, grafica e illustrazione; trasferitosi a Milano apre uno stabilimento litografico di illustrazione. Lavorando come grafico, un periodo ricco di conoscenze e amicizie con altri artisti dell’epoca, partecipa a diverse Esposizioni e Mostre a Milano, Venezia, Londra, Palermo, Roma, Torino. Una volta ritornato a Pescara, Cascella riaggancia i rapporti con Michetti e comincia a frequentare altri noti artisti, letterati e uomini di cultura abruzzese, tra cui Gabriele D’Annunzio, Francesco Paolo Tosti e Costantino Barbella. Cascella lavora su progetti di illustrazione, cura e pubblica diverse riviste di illustrazione su diverse tematiche, ma sempre indirizzando la propria arte al Verismo.
Agli inizi del Novecento, Giuseppe Sangiorgi chiese a Cascella di illustrare una serie di 12 cartoline per la successiva promozione del progetto benefico intitolato “Case del pane”, l’obiettivo del quale era offrire gratuitamente il pane ai poveri. Il progetto fu appoggiato da molti uomini di cultura dell’epoca: Giovanni Pascoli scrisse l’introduzione al libro “Per la Casa del Pane” nel quale Sangiorgi esponeva la propria teoria sul diritto al pane per tutti; la Regina Margherita di Savoia sponsorizzò l’iniziativa. Per approfondire la storia del progetto “Casa del Pane” vi rimando al sito di Italian Ways.
Le cartoline per l’illustrazione delle quali è stato chiamato Cascella dovevano rappresentare la mietitura e, i ricavi della vendita dovevano sostenere il progetto “Casa del Pane”, le cartoline erano accompagnate da un francobollo del valore di 5 cent. autorizzato dal Ministero delle Poste. Cascella realizzò dodici mietitrici per dodici regioni italiane: Piemonte, Liguria, Lombardia, Provincie Venete, Sicilia, Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania, Calabria, Sardegna.
In omaggio a tale progetto e per valorizzare e far rivivere l’arte della pittura abruzzese, il Laboratorio Liberati realizza ceramiche con la raffigurazione delle Mietitrici di Cascella su ceramica dipinte a mano con la tecnica a pennello. I manufatti sono delle vere e proprie opere d’arte dedicate alle donne mietitrici che raccoglievano il grano e altri cereali dai campi, quando ancora non esistevano macchine agricole meccaniche. Cascella porta l’immagine della donna mietitrice ad un alto livello artistico, suscitando un senso di gratitudine e rispetto verso il pesante lavoro svolto. La rappresentazione del costume regionale tradizionale in ognuna delle dodici Mietitrici dipinte dall’artista è alquanto veritiera nella raffigurazione di elementi del vestiario reale.
Piatto in ceramica Mietitrici di Cascella – donna abruzzese
La donna abruzzese dell’epoca, dalle curve abbondanti e dai capelli scuri, porta una camicetta leggera di colore chiaro con grande scollatura diritta con il bordo poco rifinito come da usanza per l’abbigliamento da lavoro.
Il copricapo tipico della donna abruzzese è un ampio fazzoletto di stoffa colorata o a tinta unita, portato a seconda della posizione sociale e il modo di essere, posto e acconciato sulla testa in base all’attività che svolgeva la donna. La Mietitrice abruzzese di Cascella, rappresentata sul piatto in ceramica d’arredo, porta in testa un fazzoletto di colore chiaro posto all’indietro con gli angoli tenuti dietro al collo per raccogliere i capelli scuri sciolti. Una posizione apparentemente instabile del fazzoletto che, permetteva alla mietitrice di riparare dal sole tutta la testa piegata in avanti durante il lavoro. Anche gli accessori rappresentati sono quelli delle donne lavoratrici dell’epoca, semplici gioielli come una doppia collana e dei grandi orecchini a cerchio. Sul dipinto originale di Cascella lo sfondo è caratterizzato dal cielo azzurro, mentre lo sfondo del piatto Mietitrice abruzzese, dipinto nel laboratorio Liberati, viene arricchito da un campo di grano maturo con dei fiori selvatici tipici della regio
ne Abruzzo il tutto arricchito da un cielo azzurro con leggere nuvole che richiamano la stagione estiva.
Per leggere la descrizione completa del piatto con la rappresentazione della Mietitrice abruzzese vi rimando alla scheda del Piatto da muro in ceramica Mietitrice abruzzese disponibile all’acquisto online.
Piatto e Anfora in ceramica Mietitrici di Cascella – donna veneta
Nell’ interpretazione dell’originale dipinto della Mietitrice veneta dell’epoca, dai capelli castani, la donna porta una camicetta leggera di colore chiaro come di usanza per l’abbigliamento da lavoro.
I capelli della mietitrice veneta sono raccolti e legati in modo leggero da un fermaglio, un’acconciatura così leggera e l’assenza del copricapo indicano che per la donna il lavoro nei campi è terminato. La donna è sulla strada verso casa e porta sulla spalla un covone di grano che viene sorretto dalla falce con la quale è stato appena raccolto. Sul dipinto originale di Cascella lo sfondo è poco visibile ed è raffigurato da un cielo nuvoloso, mentre lo sfondo del piatto d’arredo in ceramica Mietitrice veneta è stato arricchito da un paesaggio naturale con la rappresentazione del campo di grano maturo con dei fiori e alberi il tutto arricchito da un cielo azzurro con delle nuvolette leggere che richiamano la stagione estiva.
Per consultare la descrizione completa del piatto con la rappresentazione della Mietitrice veneta vi rimando alla scheda del Piatto da muro in ceramica Mietitrice veneta disponibile all’acquisto online.
Anche sull’anfora dipinta completamente a mano con la tecnica a pennello con colori ceramici, la tipica donna veneta dei primi anni del ‘900 viene rappresentata in abbigliamento da lavoro. Nell’interpretazione della bottega Liberati su anfora d’arredo, la Mietitrice veneta è circondata da un paesaggio naturale meraviglioso che unisce il giallo-oro dei campi coltivati con l’azzurro del Mar Adriatico. Come vuole la tradizione il paesaggio è arricchito da alberi, piante e fiori tipici, rappresentati in primo e in secondo piano sulla pancia dell’anfora. La superficie interna della bocca dell’anfora in ceramica è rivestita con lo smalto vetrificato di colore bianco, ma l’anfora ha una funzione decorativa e non è adatta a contenere liquidi, anche se storicamente le anfore, come nell’antica Grecia, erano utilizzate per contenere e distribuire il vino o l’olio. L’orlo, l’ansa e il collo, come anche il piede dell’anfora, sono decorati con un minuzioso motivo decorativo simmetrico e delle larghe fasce di papaveri e foglie a colori in sintonia con la gamma cromatica estiva.
Per visionare la descrizione completa dell’anfora con la rappresentazione del Paesaggio e della Mietitrice abruzzese vi rimando alla scheda dell’Anfora in ceramica Mietitrice veneta disponibile all’acquisto online.
Piatto in ceramica Mietitrici di Cascella – donna piemontese
Nell’interpretazione del famoso dipinto la donna piemontese dell’epoca, dai capelli castani, porta una camicetta leggera di colore chiaro stretta in vite con un corsetto di colore scuro, come di usanza per l’abbigliamento da lavoro. I capelli della mietitrice piemontese sono raccolti all’indietro e avvolti con un largo fazzoletto. La donna porta sulla spalla un covone di grano che viene sorretto dalla falce da raccolta. Sul piatto dedicato alla Mietitrice piemontese lo sfondo è arricchito da un paesaggio naturale con la rappresentazione del campo di grano maturo con dei fiori nonché un cielo azzurro con delle nuvolette leggere che richiamano al tempo della stagione estiva. Il bordo del piatto da muro per arredo casa, è dec
orato con una ricca fascia ad intreccio tra papaveri e grano che racchiude il dipinto in una bellissima cornice dalle tonalità calde in sintonia con la gamma cromatica scelta.
Per visionare la descrizione completa del piatto con la rappresentazione della Mietitrice piemontese vi rimando alla scheda del Piatto da muro in ceramica Mietitrice piemontese disponibile all’acquisto online.
Anfora in ceramica Mietitrici di Cascella – donna romagnola
La donna romagnola ritratta nel dipinto su anfora è un’interpretazione dell’originale dipinto di Cascella. La mietitrice rappresenta appieno una donna tipica della Romagna dei primi anni del ‘900, abbigliamento e accessori della donna indicano una posizione sociale bassa della classe dei lavoratori da campo.
Sul dipinto originale di Cascella lo sfondo è poco visibile ed è raffigurato un cielo nuvoloso, invece sull’anfora la Mietitrice romagnola è circondata da un paesaggio naturale meraviglioso che unisce il giallo-oro dei campi coltivati con l’azzurro del Mar Adriatico. Come vuole la tradizione il paesaggio è arricchito da alberi, piante e fiori tipici, rappresentati in primo e in secondo piano sulla pancia dell’anfora. La superficie interna della bocca dell’anfora in ceramica è rivestita con lo smalto vetrificato di colore bianco, ma l’anfora non è adatta a contenere liquidi, anche se storicamente le anfore, come nell’antica Grecia, erano utilizzate per contenere e distribuire il vino o l’olio. L’orlo, l’ansa e il collo, come anche il piede dell’anfora, sono decorati con un minuzioso motivo decorativo simmetrico e delle larghe fasce di papaveri e foglie a colori in sintonia con la gamma cromatica estiva.
Per visionare la descrizione completa dell’anfora con la rappresentazione del Paesaggio e della Mietitrice romagnola vi rimando alla scheda dell’Anfora in ceramica Mietitrice romagnola disponibile all’acquisto online.
Cari amici, vi saluto con questa bellissima e purtroppo ancora attuale filastrocca di Gianni Rodani:
S’io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.
Un pane così
verrebbero a mangiarlo…
…i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.
Sarà una data
da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.
Sempre vostro,
Mani.
PS: Vi ricordo che sono sempre disponibile a rispondere a qualsiasi vostra domanda riguardo il magico mondo della ceramica italiana artistica e artigianale 😉