FIORACCIO ABRUZZESE:
simbolo d’Abruzzo

 

Ciao a tutti!

Il vostro blogger Mani è di nuovo operativo! State imparando a conoscermi volta per volta sempre di più, ora avete visto anche il mio aspetto… così da potermi immaginare mentre sono all’opera, per reperire il materiale necessario per i miei reportage nel laboratorio abruzzese di Ceramiche Liberati.

In questa settimana ho riflettuto a lungo su “cosa” raccontarvi di bello del mondo della ceramica italiana e ho pensato che di sicuro è interessante farvi conoscere alcuni dei principali decori tradizionali della ceramica d’Abruzzo. Nel Laboratorio Ceramiche Liberati, pionieri nel campo della ceramica innovativa, moderna e contemporanea, hanno una solida tradizione della ceramica abruzzese alle spalle. Come già vi ho raccontato, nell’articolo Ceramica Abruzzo: dal Gran Sasso alla Maiella, il laboratorio Liberati è visto come il proseguimento della storica bottega Bozzelli di Rapino, fondata nel 1816, è stata la prima attività ceramica della provincia di Chieti (Abruzzo – Italia). Lo stesso Prof. Luigi Bozzelli ha simbolicamente passato il testimone della sua solida e consolidata tradizione della ceramica abruzzese al Maestro Giuseppe Liberati, che con particolare stima e riconoscenza ha adottato i decori tipici della tradizione abruzzese, tra questi appunto: il fioraccio, i paesaggi policromi e in monocromo blu, le rose spine, gli uccellini e il riquadro, cercando di personalizzarli con originalità e autonomia stilistica.

Oggi vorrei concentrarmi proprio sul decoro chiamato “Fioraccio”, il quale di sicuro è il decoro floreale più rappresentativo della tradizione della ceramica d’Abruzzo, ma stranamente nonostante fama e riconoscibilità di Fioraccio se ne parla poco… Solitamente questo colorato mazzetto di fiori è particolarmente adatto a “sbocciare” sull’oggettistica ornamentale e funzionale da cucina: barattoli, piatti, poggiamestolo, oliera, tazzine da caffè, vassoi, ciotole, porta biscotti, e molto altro… Ad oggi, purtroppo, non si conosce ancora a chi attribuire la paternità del motivo decorativo Fioraccio, il nome del decoratore che per primo dipinse questo motivo floreale dai toni impressionistici rimane ancora un mistero.

Fioraccio abruzzese simbolo d'Abruzzo di Ceramiche LiberatiFigurativamente il Fioraccio può essere descritto come un bouquet di fiori campestri, dove centralmente si trova una rosa selvatica, dal colore rosso ceramico, tutta circondata da margherite, violette dalle tonalità del giallo, blu, viola e bianco, il tutto accuratamente contornato da rametti e foglie sulle tonalità del verde e da boccioli colorati, mentre per lo sfondo si utilizza uno smalto di colore bianco o bianco antico, detto anche biancastro. Nel laboratorio Ceramiche Liberati, oltre al Fioraccio tradizionale policromatico (colorato), si possono trovare varianti in monocromia dalle tonalità sul blu e sul rosso ceramico, dove l’intero decoro è realizzato con un unico colore, per questo si definisce monocromo, infatti, grazie alle varie intensità e sfumature del colore si può apprezzare questo decoro anche in monocromia. Chi lo sa… magari presto il laboratorio Liberati ci stupirà con nuove varianti di fioraccio. Va bene portare avanti e preservare le tradizioni abruzzesi, ma altrettanto importante è renderle attuali e al passo con i nuovi stili e gusti giovanili, perché come più volte ribadito dal Maestro Giuseppe Liberati “la ceramica non può essere solo tradizione, ma deve aprirsi al tempo in cui opera”.

In Abruzzo quasi tutte le botteghe di ceramica artigianale decorano le proprie creazioni con Fioraccio, che nel tempo è diventato un autentico simbolo della tradizione ceramica abruzzese. Ogni ceramista ha un proprio Fioraccio, personalizzato ed eseguito in modo che caratterizzi la bottega, riconoscibile non solo dall’intensità dei colori, ma anche dalla disposizione dei fiori dipinti spontaneamente e adattati alla forma dell’oggetto lavorato. Il Fioraccio abruzzese del Laboratorio Ceramiche Liberati, si contraddistingue per il tocco delicato, la vivacità dei colori e per la pennellata del decoro, che si caratterizza per un tono veloce, elementi che riescono a trasmettere e far immaginare il ritmo sicuro del pennello durante la decorazione. Tutto questo, oltre a esperienza decennale, richiede maestria e abilità tecniche nell’esecuzione manuale a pennello, tipiche dei maestri artigiani abruzzesi, come quelli della bottega Liberati.

Il Fioraccio classico, in particolare, il mazzetto di fiori, solitamente occupa una posizione centrale/principale nel decoro dell’oggetto sul quale viene dipinto, ad esempio su un centrotavola viene posizionato al centro del piatto e, a seconda del gusto del ceramista, i bordi o la fascia del piatto potrebbero essere decorati con dei fiorellini a tema che richiamano gli stessi colori del fioraccio abruzzese. Su un vaso, ad esempio, il fioraccio verrà dipinto sulla “pancia” in una posizione tale da renderlo ben visibile agli occhi. Ceramiche Liberati su tutti gli oggetti con decoro a “Fioraccio abruzzese”, per racchiudere il decoro o semplicemente arricchire il motivo, come ad esempio le fasce con trafori e intrecci delle forme più ricercate, usa “filettare”, ovvero dipingere, i bordi o i manici con una meravigliosa tonalità del blu (qualche volta abbinato ad altri colori) in perfetta sintonia con la gamma cromatica del fioraccio. Il filetto che contorna il tutto, permette non solo di far risaltare la vivacità dei colori del fioraccio stesso, ma va a delineare ed evidenziare dettagli importanti del manufatto in ceramica. Vi invito a visitare la sezione Fioraccio abruzzese, dove troverete immagini di alta qualità e potrete scoprire di più sugli oggetti in ceramica funzionale che da sempre caratterizzano la nostra regione.

Indipendentemente dalla bottega che lo realizza o dalle preferenze personali di chi lo ammira, vorrei che teneste in mente alcuni principali segni di riconoscimento del vero Fioraccio abruzzese.

Le 7 caratteristiche principali del classico decoro fioraccio abruzzese sulla ceramica artigianale:

Caratteristiche Fioraccio abruzzese su ceramica, Ceramiche Liberati

  1. L’oggetto su cui viene rappresentato il fioraccio solitamente viene smaltato con tonalità chiare, bianco o bianco antico, il che mette in evidenza i viv
    aci colori dei fiori;
  2. I fiori rappresentati in un bouquet sono in tonalità vivaci e dipinti con decisione senza sovrapposizioni dei colori;
  3. Rosso, giallo, blu, viola, arancione, bianco, verde sono i colori base, ovvero le tonalità principali che caratterizzano il fioraccio classico;
  4. Il numero minimo dei fiori principali è sette e sono circondati dalle foglie verdi e boccoli colorati;
  5. Solitamente su  qualunque forma dell’oggetto in ceramica, i fiori vengono dipinti in posizione centrale e ridimensionati proporzionalmente alla grandezza dell’oggetto;
  6. Il fioraccio abruzzese rappresenta la flora selvatica dell’omonima regione. I fiori rappresentati sono: rosa selvatica al centro e margherite, violette, fiori selvatici e boccioli colorati intorno;
  7. Il fioraccio, per essere apprezzato e continuare ad essere un vero simbolo dell’Abruzzo, deve essere  dipinto con passione!

Decoro Rosaspina di Ceramiche LiberatiInoltre, molti confondono il decoro Fioraccio, con la decorazione “Rosaspina”, anche quest’ultimo, è tipico della tradizione abruzzese della ceramica e più precisamente di quella di Rapino, diverse sono le maioliche dei Bozzelli con il tema decorativo delle rosespine. Anche in questo decoro è presente la rosa, ma a differenza del Fioraccio, presenta un tono stilistico più semplice e il decoro è caratterizzato da piccole pennellate che vanno a formare il bocciolo e i petali della rosellina. Di solito il mazzetto della rosaspina è formato da tre roselline, di colore blu, arancio e rosso ceramico, il tutto arricchito da rametti sul marrone e boccioli dalle tonalità verdi. Il mazolino della rosaspina ha al massimo tre fiori, mentre il fioraccio ne ha minimo sette. La creazione di questo decoro è attribuita a Raffaele Junior, che come scritto dalla critica d’arte Maria Augusta Baitello: “era fantasioso e ricercato anche nella decorazione nella quale apportò significative e originali interpretazioni, come il tema delle rose e spine”.

Anche io, Mani, ho provato a dipingere su un piatto smaltato il Fioraccio, ma il risultato non è stato dei migliori, devo chiedere a qualcuno del laboratorio di insegnarmi a decorare, forse mi farò aiutare dall’abile decoratrice Marta Liberati. Oppure aspetterò i loro corsi di ceramica e potrò non solo sbirciare gli alunni curiosi ma diventare uno di loro, divertendomi con colori e pennelli. Infatti, ho da poco scoperto che a breve ripartiranno i corsi di ceramica organizzati nel laboratorio Liberati, sia quello della foggiatura (con varie tecniche; a tornio, a colombino a lastra) sia quello di decorazione su ceramica. Perché voglio imparare anche io, che a veder lavorare gli artigiani del Laboratorio Ceramiche Liberati, viene un gran voglia di mettersi all’opera!

Oggi voglio concludere con questa frase a tema: 

Riusciamo a immaginare che cosa sarebbe l’umanità se non avesse conosciuto i fiori?

(Maurice Maeterlinck)

Vostro, Mani.

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