CERAMICA ABRUZZO:
dal Gran Sasso alla Maiella

 

Salve a tutti!

Mi presento, sono “Mani” e sarò la vostra guida personale nel magico mondo della ceramica. Ho tantissimo da raccontare: storie, esperienze, curiosità, successi e non solo del Laboratorio Ceramiche Liberati. Insomma, tutto sulla ceramica, dall’argilla, alle lavorazioni, alle tecniche tradizionali e alle creazioni moderne e contemporanee della ceramica. Il mio blog inizia oggi, ma la storia del Laboratorio Liberati inizia negli anni ‘80 e di cose da raccontare ne ho molte…

Sono infiniti gli argomenti da cui potrei iniziare per farvi scoprire l’universo alchemico delle ceramiche Liberati, ma ho pensato che era giusto partire con il racconto della storia della ceramica Abruzzo nelle principali località, di come questa si è evoluta dagli albori ad oggi. 

Sono due le province che si possono distinguere per il trascorso legato alla storia della ceramica: quella di Teramo con la nota Castelli sotto le pendici del versante appenninico del Gran Sasso e quella di Chieti legata alla tradizione ceramista di Rapino, nata alle falde del massiccio della Majella, che grazie alla natura ricca di acqua ed argilla ha favorito la nascita delle botteghe di ceramica. La storia della ceramica proveniente dalla provincia di Chieti è generalmente meno nota, ma su essa mi soffermerò maggiormente perché è proprio da  quì, più precisamente da Rapino, che prenderà ispirazione Giuseppe Liberati.

Castelli ha origini antichissime; il primo maestro bottegaio fu Orazio Pompei, conosciuto come il “Magister”, che nel 1500 aprì la prima bottega di maioliche abruzzesi. A questo seguì intorno al 1650 il famoso Francesco Grue, che si distinse per le sue meravigliose decorazioni barocche su maiolica. A Rapino, invece, la storia dell’attività ceramica è legata alla Bottega Bozzelli, nata nel lontano 1816, è diventata così la prima attività ceramica della provincia di Chieti, quando Raffaele Bozzelli senjor decise di avviare il suo laboratorio di maioliche; ed è grazie al suo lavoro che a distanza di anni nacquero altri laboratori di ceramica artigianale abruzzese, alcuni dei quali avevano lavorato come apprendisti nella sua bottega, tra questi Cappelletti, Bontempo e Vitacolonna ecc.

Nella provincia teatina, la tradizione e diffusione della lavorazione delle maioliche italiane, è legata principalmente alla famiglia Bozzelli, una famiglia di ceramisti, dal cui laboratorio hanno attinto anche alcuni dei grandi artisti del nostro Abruzzo, come Basilio Cascella, che scelse tale bottega per imparare l’arte della ceramica, fu proprio in tale occasione che iniziò a dipingere su manufatti smaltati.

L’ultimo ceramista abruzzese della famiglia Bozzelli fu Luigi junior, che diede vita nel 1947, al primo corso di “Addestramento per ceramisti” sotto il nome di “Bottega d’Arte e Scuola di Ceramica” e nel 1952 fu tra i fondatori dell’Istituto Statale d’Arte “Nicola da Guardiagrele” di Chieti, con due corsi quello per l’Arte Ceramica e quello per l’Arte del Mobile. L’impegno e la dedizione per l’importante progetto intrapreso con l’Istituto d’Arte non gli permise di continuare con l’attività di ceramista nella Bottega di famiglia, così nel 1959, la Fabbrica Bozzelli a Rapino chiuse. Il Prof. e Maestro Luigi, ha comunque continuato le sue ricerche e innovazioni nel campo della ceramica mettendo sempre a disposizione degli altri il proprio sapere, dando così la possibilità ai suoi giovani di imparare e crescere riuscendo a trasmettere i segreti di un mestiere, quello del ceramista, tanto affascinante quanto difficile. L’opportunità che qualcuno potesse ereditare e proseguire la sua attività arrivò quando, in occasione degli esami di Stato del 1978, il maturando Giuseppe Liberati espresse la volontà di aprire un laboratorio di ceramica, rivolgendosi in particolare al suo Professore. Colpito dalla determinazione e dall’entusiasmo del suo allievo, Luigi incoraggiò il giovane sostenendolo in ogni modo e soprattutto mettendo a disposizione tutta la sua lunga e profonda esperienza. Avviata l’attività della Fabbrica Liberati a Villamagna (CH), nel 1980, tra il Maestro Luigi e l’allievo Giuseppe inizia una collaborazione di elevato spessore culturale e umano, che vede la creazione di manufatti in ceramica tecnicamente ed esteticamente preziosi, in stile moderno e contemporaneo. Nel laboratorio di Ceramiche Liberati, dove lo stesso allievo Giuseppe diventa un vero Maestro dell’arte della ceramica contemporanea e non solo, il Prof. e Maestro Luigi Bozzelli, negli ultimi anni di attività, continua a sperimentare nuove tecniche e forme.  Come afferma lo stesso Prof. e Maestro Luigi Bozzelli, la secolare tradizione della sua fabbrica di ceramica continua con successo in quella del suo ex-allievo Giuseppe Liberati: “è come un percorso storico che da Rapino arriva a Villamagna”, il suo Maestro continua sottolineando come in Giuseppe l’acume e l’ingegno che, unitamente alle indubbie doti artistiche, gli hanno permesso di realizzare una produzione di altissimo livello e di ottenere quell’ampio consenso di pubblico e critica riscontrabile nelle innumerevoli e continue commissioni che arrivano da ogni parte d’Italia e molti paesi esteri. Giuseppe, come ha affermato il suo Maestro e non solo, ha la capacità di spaziare dall’oggettistica tradizionale a quella più artistica, il frutto del suo estro e creatività unite alle abilità tecniche gli permettono di creare opere scultoree, del tutto innovative e contemporanee.

Tornando alla storia della Bottega Bozzelli e in particolare al Prof. Luigi questo si è distinto, come si è potuto comprendere, per le straordinarie doti professionali unite ad una grande e onestà umanità. Il suo intenso lavoro di ceramista meriterebbe maggior attenzione da parte degli studiosi di questo settore, come del resto più attenzione merita la gloriosa attività della sua famiglia. Un percorso di lavoro e di vita, trasmesso fino ai giorni nostri grazie al simbolico “passaggio di testimone” che Luigi Bozzelli con ingegno, passione, fiducia e generosità ha consegnato a Giuseppe Liberati che passo dopo passo, grazie al sostegno continuo della moglie Assunta che lo affianca da sempre nell’attività e ai figli Erika, Marta e Lorenzo, ha trasformato la “piccola bottega” in una grande realtà che è in grado di rappresentare l’eccellenza della ceramica abruzzese nel mondo.

Per oggi il racconto “Ceramica Abruzzo: dal Gran Sasso alla Maiella” finisce qui… mi raccomando rimanete collegati, anche perché, non siete curiosi di conoscermi meglio? D’altronde per ora ho rivelato solo il mio nome… MANI.  

Io sarò i vostri occhi e le vostre orecchie nel Laboratorio Ceramiche Liberati e man mano vi racconterò tutto quello che succede qui. Se già avete qualunque domanda sulla ceramica potete scrivermi qui sotto e vi risponderò con piacere e in modo chiaro. A presto! 😉

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